Con l’arrivo dell’estate e la fine della scuola, i nostri bambini passano sempre più tempo all’aria aperta, giocando al parco, andando in bicicletta, in spiaggia. Attività sicuramente da incoraggiare che possono, però, comportare dei rischi anche per la dentatura.
Sono in aumento, infatti, i traumi dentali su pazienti nella prima infanzia e in età evolutiva, anche se poi le statistiche indicano nell’ambiente domestico il luogo con i maggiori rischi.
La prevenzione è anche in questo caso la migliore cura. Evitare situazioni potenzialmente pericolose è il primo passo per evitare traumi, come lo è anche adottare tutti quei sistemi di protezione (caschi, paradenti, etc.) se si pratica attività sportiva o ludica potenzialmente a rischio.
Ma l’incidente può sempre capitare. In caso di trauma dentale la prima cosa da fare è tranquillizzare il bambino.
Secondariamente, se l’incidente ha comportato l’avulsione del dente, è importante recuperarlo e conservarlo in un contenitore immergendolo in latte o saliva e recarsi immediatamente dal proprio dentista di fiducia. Se operato nelle 2-3 ore successive al trauma, il dente può essere reimpiantato, con buone possibilità di essere recuperato. Se il dente si è semplicemente fatturato, anche in questo caso bisogna recuperare il frammento per permettere al vostro dentista di fiducia di ricomporre, in molti casi, la parte fratturata.
Una volta completato l’intervento del dentista, si dovrà seguire il decorso post-clinico mantenendo un’ottima igiene orale, spazzolando i denti dopo ogni pasto ed applicando sulle parti traumatizzate del gel di clorexidina (01%), se prescritto dall’odontoiatra. Si raccomanda, inoltre, una dieta soffice per 10 – 14 giorni e, nei bambini più piccoli, limitare l’uso del ciuccio.
Durante la fase di guarigione è possibile l’insorgenza di complicanze come dolore, gonfiore, aumento di mobilità o comparsa di fistole per le quali si rende necessario l’intervento dell’odontoiatra.
Visite di controllo frequenti dal proprio dentista di fiducia, fino alla completa guarigione, sono consigliate.
Fonte: Newsletter ANDI Luglio 2016