In Friuli il NAS sospende l’attività di due Società odontoiatriche il cui direttore sanitario non era iscritto all’Albo degli odontoiatri della provincia dove sono attive le strutture
Ad applicare, crediamo per la prima volta in Italia, la norma Boldi sui direttori sanitari sono stati i militari del NAS del FVG sospendendo l’attività di due società odontoiatriche (una di Gorizia l’altra di Udine) in quanto il direttore sanitario non era iscritto all’Albo della provincia dove la struttura esercita.
Come noto, con l’approvazione della legge di Stabilità nel gennaio 2019, “le private strutture sanitarie di cura sono tenute a dotarsi di un direttore sanitario iscritto all’Albo dell’ordine territoriale competente per il luogo nel quale hanno la loro sede operativa entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge”.
L’intervento del NAS è da inquadrare nell’ambito di una campagna nazionale del Ministero della Salute dedicata al controllo del rispetto delle normative di settore e non per una segnalazione da parte dell’Ordine.
“Come presidenti CAO della Regione Friuli Venezia Giulia, nelle settimane successive all’approvazione della norma sui direttori sanitari, abbiamo attivato una serie di incontri con le Forze dell’Ordine e con i Dipartimenti di Prevenzione, organismi predisposti ai controlli in ambito sanitario, per sensibilizzarli. Ringrazio pubblicamente il capitano Gentilini, comandante dei NAS della Regione FVG, per la sua disponibilità e collaborazione con l’Istituzione Ordinistica”, dice ad Odontoiatria33 il presidente CAO di Udine Giovanni Braga.
“Credo – continua – che questi possano non essere casi isolati, nella nostra provincia sono state relativamente poche (12) sia le domande di trasferimento che quelle di richiesta di iscrizione da colleghi provenienti da altri Ordini. Fino al completo recepimento della legge Boldi, per noi presidenti CAO è stato difficile promuovere controlli perché, pur essendo obbligatorio anche per il Codice Deontologico (art 69) comunicare all’Ordine il nominativo dei direttori sanitari delle strutture sanitarie, sono state molte le strutture che non hanno rispettato questo obbligo. Oltre a ciò, anche la normale vigilanza è stata resa difficile dalla non coincidenza della competenza territoriale con quella disciplinare”.
“Sono peraltro convinto-conclude il presidente CAO di Udine- che, nonostante le informative che come CAO abbiamo inviato agli iscritti e pubblicato sui siti istituzionali, siano ancora molti i direttori sanitari che non hanno compreso gli obblighi previsti dalla legge; è anche probabile che gli stessi proprietari di alcune strutture non abbiano pienamente inteso il rischio di affidare l’incarico ad un Direttore sanitario iscritto in un’altra provincia.”
Rischio di essere sanzionati, come avvenuto per le strutture di Gorizia ed Udine, con la sospensione delle attività odontoiatriche fino alla regolarizzazione della posizione del direttore sanitario.
E come aveva spiegato il consulente dell’OMCeO di Roma Andrea Tuzio, i tempi (ora che la norma è pienamente attiva) non sono rapidissimi.
Fonte: Odontoiatria33.it